Gavi DOCG, il Grande Bianco Piemontese
Nov 21
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Gavi DOCG, il Grande Bianco Piemontese

Un'origine leggendaria

Si narra che la principessa Gavia, figlia del re di Francia Clodomiro, che rifiutava l'amore della giovane per un cavaliere, si diede alla fuga sin quando non trovò rifugio sulle colline piemontesi grazie all'intercessione del papa. Fu proprio la principessa a dare il nome al borgo che l'accolse mentre la sua bellezza ed il suo animo “cortese” furono d'ispirazione per il nome del vitigno da cui si ricava il prelibato vino bianco locale. Le origini del Gavi sono, dunque, persino leggendarie. Ma senza “scomodare” intrecci tanto suggestivi quanto privi di tangibili riscontri storici, si può comunque affermare che per individuare le origini del vitigno e del nettare che se ne ottiene si debba, effettivamente, risalire molto indietro nel tempo. Basti pensare che le prime annotazioni riguardanti l'affitto di vigneti e castagneti a due cittadini di Gavi da parte dell'Arcivescovo sono riportate in un documento, oggi conservato presso l'Archivio di Genova, datato niente meno che 3 giugno 972. Sono, dunque, oltre mille anni che questo territorio ha sviluppato la sua particolare vocazione alla produzione di nettari bianchi. Una vocazione divenuta, nei secoli, sempre più profonda, tanto che oggi si assiste ad un costante incremento della Denominazione DOCG Gavi che è arrivata a raggiungere una superficie totale di circa 1500 ettari ed a contare circa 440 aziende tra produttori, vinificatori e imbottigliatori, coinvolgendo nell’intera filiera oltre 5.000 persone.

 

Forte di Gavi